L'origine
del nome di Arcisate è ancora discussa, ecco alcune
ipotesi:
- Arx
Isarcorum (rocca degli Isarci);
- Ara
Caesaris (altare di Cesare);
- Arx
Gypsaria (rocca del gesso, o della calce);
- secondo
alcuni può derivare dal nome proprio di persona Arcisius
o Arcisus;
- secondo
altri potrebbe derivare invece dalla posizione geografica: Arc-
dal Monte Arco (Monarco) che le sorge alle spalle, is- cioè
"sotto"; -ate sta per "località".
Brenno
deriverebbe il suo nome dal termine celtico bren, "luogo
boscoso" (a parere di G. Buzzi, dalla cui opera sotto citata
sono tratte quasi tutte queste informazioni, "non è
il caso di scomodare Brenno, capo dei Galli"). Useria
(il Monte Useria ospita un santuario mariano e fu sede di eremiti)
si trova in passato in varie grafie: Luceria, Lusellina, Uceria,
Uxelia, Ucelia, Ucelma, Oselina. La spiegazione più accreditata
è che il Monte (o meglio colle) Useria sia stato così
chiamato in quanto "Monte degli uccelli" (dizione dialettale
suffragata da dati storici).
La
frazione Velmaio deve il suo nome alla locuzione Vallum
Marii (valle/accampamento di Mario) o a Velme (melma,
palude) o a Videmario (nome proprio germanico: Widemar).
In epoca rinascimentale era una riserva di caccia amata da Francesco
III d'Este, duca di Modena e signore di Varese.
Le
notizie storiche su queste località non mancano, ma sono
ancora poco sistematizzate. Una storia comunque interessante, non
fosse che per questi due singolari spunti. Nel British Museum di
Londra è conservato il cosiddetto "Tesoro di Arcisate":
cinque pezzi di argenteria dell'epoca romana (I secolo a.C.), ritrovati
ad Arcisate intorno al 1900. Altro dettaglio storico significativo:
Nicolò Sormani (1686-1767), prefetto della Biblioteca
Ambrosiana di Milano (a lui oggi intitolata), era nato a Brusimpiano
e nel 1728 dedicò un manoscritto alla storia della Pieve
di Arcisate. Questo documento è stato pubblicato nel 1960
dalla Società Storica Varesina.
Di
certo la storia di Arcisate e della Valceresio affonda le sue radici
in epoca romana se non anteriore. Tra le popolazioni che
si sono succedute nella zona si possono ricordare:
- Liguri,
di cui resta qualche eco dialettale (e forse i nomi di località
con desinenza -asco, -osco, -usco);
- Etruschi:
con ogni probabilità, non una presenza fisica massiccia,
ma infiltrazioni e influssi culturali-commerciali documentati;
- Celti
(Galli), da cui la celebre denominazione di "Gallia Cisalpina"
per la pianura padana: alcune tribù celtiche erano presenti
da tempo immemorabile (come gli Insubri, i Boi, i Cenomani), altre
giunsero a più ondate sotto forma di invasioni (nel VI
sec. A.C. secondo Tito Livio; nel IV sec. A.C. secondo Polibio
e Paolo Diacono - invasione dei Senoni comandati da Brenno);
- Romani,
che tra il 225 a.C. e il 190 a.C. scacciarono le popolazioni celtiche
e inglobarono l'Italia Settentrionale;
- invasioni
barbariche tra il V e il VI sec. d.C.: Visigoti, Unni, Eruli,
Ostrogoti;
- occupazioni
"civilizzatrici" (dopo il declino dell'impero romano):
Longobardi (VI-VII sec.) e Franchi (dal sec. VIII fino all'epoca
dei Comuni e al medioevo).
Gran
parte della documentazione storica è legata alle vicende
della Chiesa cattolica: suddivisioni in diocesi e pievi, atti e
documenti relativi ai rapporti (non sempre pacifici) con i poteri
laici, e via dicendo. Di Arcisate ad esempio si possono menzionare
dettagli storici remoti, come il fatto che (pur appartenendo oggi
alla diocesi di Milano) pare che originariamente rientrasse in quella
di Como. La diocesi di Como infatti venne istituita da S. Ambrogio
nell'anno 379 in base ai confini del municipio: le zone di
Arcisate, Varese, Appiano, Cuvio e Seprio appartenevano appunto
al municipio di Como.
Le
origini della chiesa di S. Vittore vengono fatte risalire al VII
secolo. A fianco della chiesa sorge un Battistero, sulla cui
datazione le opinioni sono discordi (secolo IV-V, VIII
oppure X). La chiesa di S. Alessandro viene citata a partire
da documenti del XIII secolo.
Il
più antico testo storico in cui viene menzionata Arcisate
è un atto del 2 novembre 1095: Arnolfo, arcivescovo
di Milano, concede un privilegio alla chiesa di S. Gemolo (di Ganna),
regolando una questione che la vedeva "in concorrenza"
con la chiesa di S. Vittore (di Arcisate). In pratica, Ganna viene
in tale occasione scissa dalla pieve di Arcisate (che includeva
Viggiù, Induno, Bisuschio, Cuasso, Ligurno con Cazzone, Clivio,
Besano, Porto, Saltrio, Brenno, Brusimpiano). Tra i firmatari risulta
l'arciprete di Arcisate, Adamo. Il paese è chiamato in vari
modi nello stesso documento: Arhidiate, Arcidiate, Archidiate, Arsidiate.
Nel
medioevo Arcisate rientra, per la topografia laica, nel contado
(Comitato) del Seprio, che dopo una fase di autonomia venne
assoggettato al dominio milanese dei Visconti. La storia
di questa zona fu abbastanza tormentata, includendo le incursioni
di Federico Barbarossa, l'interminabile conflitto tra Como e Milano
(in particolare dal 1118 al 1127), le faide tra guelfi e ghibellini.
Nel
1484 una parte della pieve di Arcisate fu ceduta alla famiglia
degli Arcimboldi, che ne divennero quindi co-feudatari a
fianco dei Visconti. La situazione restò più o meno
invariata per secoli.
Alla
fine del 1727 il feudo venne riunito nelle mani del conte
Giulio Visconti Borromeo Arese per ordine dell'imperatore
Carlo VI. Causa mancanza di eredi, alla morte del conte il feudo
passò alla figlia Paola che sposò Antonio Litta.
Quando in seguito i feudi vennero soppressi, la pieve di Arcisate
risultava appartenere alle sorelle Litta.
Tra
il Settecento e l'Ottocento si verificano non poche
rivoluzioni geopolitiche.
- Sotto
la dominazione austriaca (editto di Maria Teresa del 1757) la
pieve di Arcisate è una delle 57 pievi che appartengono
al Ducato di Milano; nel 1785 diventa un Distretto della Provincia
di Milano (con una breve parentesi di appartenenza alla Provincia
di Gallarate, poi soppressa, dal 1786 al 1791).
- Sotto
la dominazione francese, nel periodo napoleonico (1796-1815),
il territorio viene suddiviso in Dipartimenti - Distretti - Cantoni
(questi ultimi comprendenti un gruppo di Comuni limitrofi). Il
varesotto viene incluso dapprima nel Dipartimento del Verbano,
quindi in quello dell'Olona e infine in quello del Lario. In questo
periodo Arcisate fa parte del Cantone di Viggiù.
- Con
la restaurazione e il ritorno degli austriaci di Francesco I (1815),
il territorio viene di nuovo suddiviso in Province e Distretti.
Arcisate è uno dei Distretti della Provincia di Como.
Le
vicende della II Guerra d'Indipendenza attraversano anche
il varesotto. Il 25 maggio 1859 Garibaldi è a Varese
per scontrarsi con gli austriaci provenienti da Como. Nel susseguirsi
di scontri e spostamenti tattico-strategici, il teatro delle operazioni
include anche Arcisate e altri paesi della Valceresio. Nello stesso
1859, come è noto, un armistizio tra Napoleone III e Francesco
Giuseppe determina da parte dell'Austria la cessione della Lombardia
alla Francia, che la "gira" seduta stante al Piemonte
dei Savoia.
Sotto
il dominio piemontese il territorio è suddiviso in Province
- Circondari - Mandamenti (Legge 25 aprile 1859 di Vittorio Emanuele
I). La Provincia di Como comprende i Circondari di Como, Varese
e Lecco. Il Circondario di Varese è formato da otto Mandamenti,
tra cui quello di Arcisate. Il Mandamento di Arcisate include 16
paesi:
- Arcisate
(capomandamento),
- Ardena,
- Besano,
- Bisuschio,
- Brenno,
- Brusimpiano,
- Cazzone
con Ligurno, Gaggiolo e Velmaio,
- Clivio,
- Cuasso
al Monte e al Piano,
- Induno
con Frascarolo,
- Lavena,
- Marzio,
- Porto,
- Saltrio,
- Valganna,
- Viggiù.
Con
un piccolo salto al Novecento, il Comune di Arcisate finisce
per appartenere alla Provincia di Varese e, come anticipato, include
i paesi di Brenno Useria (dal 1928) e di Velmaio (dal 1968).
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